Bettarini: "Mazzone, che avevo conosciuto a Cagliari, mi volle a Bologna"

Bettarini: "Mazzone, che avevo conosciuto a Cagliari, mi volle a Bologna"TUTTOmercatoWEB.com
sabato 16 marzo 2024, 14:30Ex rossoblù
di Paola Pascalis

L'ex Cagliari Stefano Bettarini, si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera. Di seguito alcuni passaggi: "A16 anni feci il provino con Capello al Milan e Giampiero Marini all’Inter. Mi presero entrambi, a quel punto dovevo decidere. I nerazzurri alloggiavano in una villa vicino a Porta Genova, poche fermate di tram e arrivavi al Duomo. I rossoneri erano chiusi a Milanello, il che mi avrebbe obbligato a fare solo scuola-campo. Guardai mio padre. 'Ma devo fare questa vita?'. La scelta mi sembrò ovvia".

Per Bettarini in carriera 150 presenze in A, una anche in Nazionale: "Dura la vita da terzino a quei tempi, davanti a me avevo Maldini, Zambrotta, Pancaro… Trapattoni mi convocò nel 2004. L’avevo avuto alla Fiorentina, che però nel mio ruolo aveva preso Heinrich dal Dortmund per 15 miliardi di lire. Dovevo essere la sua alternativa, ma volevo giocare: 'Mister, bisogna che vada via'. 'Ma no, dove vai', mi rispondeva. Intanto da Bologna mi chiamava Mazzone, che avevo conosciuto a Cagliari. 'A’ Bettarì, ma cosa stai a fa’ lì, il Trap nun ti fa giocare. Vieni co’ me'. A gennaio lo raggiunsi. Quando ritrovammo la Fiorentina, vincemmo 3-0. Segnai da 35 metri. In sala stampa incontrai il Trap, pensavo fosse furioso. Mi sorrise, era più felice di me".

Come ha conosciuto Simona Ventura? "Ero in vacanza in Sardegna. Scendo dalla moto d’acqua, mi tolgo il giubbotto di salvataggio. Lei si gira verso Domenico Zambelli, il suo assistente. 'Ah, però!', esclama. La sera mi invita a cena a un evento, con me anche i 12 amici con cui ero partito. La madre non la prende bene. 'Perché hai chiamato tutte queste persone?. Poi mi vede e si gira verso la figlia. 'Ok, ora ho capito'".

La giustizia, quella sportiva, nel 2004 la squalifica per cinque mesi: "Un ex compagno era finito in un giro di scommesse e venne intercettato. Durante una conversazione per una partita che doveva finire in parità uscì la frase 'Il Bello ci fa girare le palle' riferito a me, che non ne volevo sapere. Venni incriminato per omessa denuncia. Una sera mi entrarono in casa 20 poliziotti in borghese con le tv già fuori ad aspettarmi. Preciso che nessuno provò a corrompermi, perché non avrebbe avuto possibilità. Ma, se anche avesse cercato di farlo, non sarei andato a denunciarlo alla procura federale. Non sono uno spione".

Nel 2011 però si ritrova nuovamente indagato insieme ai vari Doni e Signori. "Ci sentivamo al telefono, ci divertivamo a fare i pronostici. Per fortuna non ne ho mai azzeccato uno e quindi la procura ha dedotto che non facessi parte di un qualche giro strano".

Ma Ilievski, il capo della "banda degli zingari", la accusò di pagare i calciatori. "Tirò in ballo l’allora presidente del Siena Mezzaroma perché io sono di Siena. Peccato che neanche lo conoscessi. Parlava senza avere prove, fece il mio nome per avere una riduzione della pena".