Victor Ibarbo, dal Cagliari all'oblio giapponese
Vi ricordate di Victor Ibarbo? L'ex attaccante del Cagliari, da qualche anno è “esiliato” ai giapponesi del V-Varen Nagasaki, compagine di J2 League, l’equivalente della nostra Serie B. Non proprio la carriera che si aspettava l'ex diamante grezzo rossoblu. Ripercorriamo in breve la sua carriera.
Segundo Víctor Ibarbo Guerrero, è un centrocampista/attaccante colombiano classe 1990. Comincia la sua carriera da professionista con la maglia dell’Atletico Nacional, con la quale disputa tre stagioni e si mette in mostra come uno dei più promettenti talenti del calcio colombiano. Comincia la sua carriera da interno di centrocampo ed all’occorrenza esterno alto, nel 2009 rischia di passare all’Udinese, ma poi salta tutto, rimanendo dunque in Colombia fino all’estate del 2011, anno in cui viene acquistato dal Cagliari. Lascia dunque i colombiani dopo 102 presenze e 6 reti.
APPRODO AL CAGLIARI
Esordisce in maglia rossoblu, l’11 settembre del 2011, subentrando a Thiago Ribeiro nel corso di Roma-Cagliari vinta dai rossoblu e decisa da un gol di un certo Moestafa El Kabir.
L’esordio di Ibarbo, unito alle movenze, fa innamorare i tifosi cagliaritani del giocatore, che ricorda ai più un giocatore che ha fatto la storia del Cagliari, un certo David Suazo. Inizialmente schierato da centrocampista, l’allora tecnico Ficcadenti lo schiera in posizione più avanzata, con ottimi risultati, visto che Ibarbo nel corso degli anni regalerà perle come i gol siglati con Catania e Juve, e sgroppate da velocista puro.
IL FENOMENO IBARBO SUI SOCIAL
Fin dall’approdo in Sardegna e dal suo esordio contro la Roma, il personaggio di Ibarbo ha incuriosito i tanti fan abituali dei social, che fin da subito vista la propria fisionomia, hanno ironizzato sulle “dimensioni” del colombiano, tanto da dedicargli delle pagine Facebook.
Fenomeno talmente grande che tra meme, apprezzamenti per le gesta in campo del giocatore colombiano, ha preso il sopravvento aprendo un caso mediatico nell’estate del 2013.
In quell’anno cominciarono a diffondersi i primi siti di bufale, che ironizzavano su tutti gli argomenti possibili ed immaginabili: tra cui le “dimensioni” di Ibarbo, che secondo uno di questi “siti specializzati”, avrebbe mandato all’ospedale una ragazza di Olbia.
Bufala talmente grande, ma non per tutti i siti nazionali, che hanno riportato la notizia, spacciandola per vera. Con tanto di smentite successive anche da parte dei diretti interessati.
DAL MONDIALE 2014 ALLA ROMA
Le ottime prestazioni in maglia rossoblu, consento ad Ibarbo di disputare il Mondiale del 2014 con la maglia della Colombia, dove scende in campo contro Grecia, Costa D’Avorio e Brasile.
Nel frattempo, il Cagliari passa dalle mani di Massimo Cellino a quelle di Tommaso Giulini e sulla panchina rossoblu, approda un certo Zdenek Zeman. Ibarbo comincia bene la stagione, ma in quel di gennaio arriva la chiamata da parte della Roma che lo porta dalle parti di Trigoria in prestito con diritto di riscatto fissato a 12,5 milioni.
In giallorosso, Ibarbo non mantiene le aspettative e disputa soltanto metà stagione, totalizzando 12 presenza e nessuna rete. A fine stagione i giallorossi lo rispediscono al mittente.
GIRANDOLA DI PRESTITI E RITORNO FUGACE IN ROSSOBLU
Tornato in rossoblu, Ibarbo viene subito ceduto in prestito al Watford, ma anche in Inghilterra totalizza la miseria di 4 presenze, prima di tornare in patria a gennaio. Torna all’Atletico Nacional nel gennaio 2016 e disputa 16 presenze condite da una rete. A fine stagione torna in rossoblu e viene spedito in prestito ai greci del Panathinaikos, allenati al tempo da Andrea Stramaccioni. I greci sono in grave crisi finanziaria e a gennaio del 2017 rispediscono Ibarbo al mittente, giusto in tempo per esordire nuovamente con la maglia rossoblu e farsi annullare (ingiustamente) un gol a Marassi con la Samp.
L'ADDIO DEFINITIVO: DIREZIONE GIAPPONE
Dopo nemmeno due mesi, Ibarbo viene ceduto ai giapponesi del Sagan Tosu, che annovera tra le proprie fila due ex rossoblu: il tecnico Massimo Ficcadenti ed il difensore Michele Canini.
Con i giapponesi, in due anni, totalizza 35 presenze e 7 reti, condividendo l’attacco con un certo Fernando Torres, ritiratosi pochi mesi fa.
Dalla stagione 2019-2020 milita al Nagasaki, che getta ulteriore benzina sul fuoco di una carriera naufragata troppo presto, quando ancora poteva essere molto più rosea e sembrava sul punto di sbocciare. Ad oggi, sappiamo che in questa stagione ha totalizzato tre presenze nella cadetteria giapponese. Morale della favola? Il diamante grezzo è rimasto tale.