Allegri: "A lungo al Cagliari"
In una lunga intervista concessa al settimanale sportivo Guerin Sportivo, Massimiliano Allegri si confessa, in un appassionato viaggio tra passato, presente e futuro. "Ho cominciato a pensare seriamente di allenare a 30 anni, quando giocavo nel Perugia. Ne ho avuto poi la certezza all'Aglianese che mi ha dato la possibilità di iniziare in panchina non appena smisi di giocare - spiega Allegri -. Ho imparato molto da Trapattoni, Tabarez, Giorgi, De Canio e Pillon, ma il mio puntè o di riferimento è Giovanni Galeone, che mi ha allenato per sei anni. Di lui apprezzo la semplicità e la chiarezza nell'insegnare calcio. Eppoi ricordo le piacevoli serate passate insieme a parlar di calcio e non solo".
La svolta rossoblù ha una data precisa: il 29 maggio 2008. "Con Cellino, mio presidente negli anni 90, ci sentivamo regolarmente. Quel giorno mi chiese se mi sentivo di guidare il Cagliari. In un certo senso, non aspettavo altro. L'impatto col campionato è stato complicato, solo uno come il presidente poteva tenermi dopo cinque sconfitte. E di questo gli sono grato. La vera sterzata alla settima giornata, quando abbiamo vinto immeritatamente a Torino contro i granata con una zampata di Acquafresca: moralmente ci ha dato una grossa carica".
Il passato: "Da ragazzo ero tifoso juventino, cresciuto con il culto per Michel Platini - rivela Allegri -. Come calciatore ho un passato da centrocampista che ha fatto il regista e la mezzapunta in tutte le categorie professionistiche. Mi rivedo in Montolivo e Jovetic e non vi nascondo che mi piacerebbe allenarli un giorno. Ma non per questo mi candido alla panchina viola".
E il futuro: "Spero che l'ottimo campionato fin qui disputato serva a guadagnarmi la permanenza qui, perchè mi piacerebbe rimanere a lungo in Sardegna. Il contratto? Da esordiente era giusto che fossi l'allenatore meno pagato della serie A. e comunque con Cellino non ci saranno mai problemi di questo tipo".