Is Arenas, lo stadio della discordia. Partita l'inchiesta, rischiano in tanti
Is Arenas si, Is Arenas no. Ci risiamo. Dopo due settimane in cui attorno al futuro dello stadio si era creato un certo affidamento positivo, è arrivata la forestale. E ha sequestrato tutto: progetti, documenti, atti e tutto ciò di riguardante lo stadio in possesso del comune di Quartu. Per la disperazione dei tifosi rossoblù che ora si dividono tra fervidi sostenitori di Cellino e normali cittadini che credono nel lavoro della magistratura senza per questo smettere di tifare Cagliari.
La svolta era nell'aria, e chi ha frequentato gli uffici comunali nell'ultimo periodo giura di aver sentito le avvisaglie di un terremoto. Che martedì puntualmente è arrivato. Coordinati dal procuratore capo Mauro Mura e dal sostituto procuratore Enrico Lussu, gli uomini del nucleo investigativo del Corpo Forestale hanno fatto il loro ingresso ieri nel Municipio di Quartu, sequestrando tutta la documentazione necessaria per la trasformazione del piccolo impianto dilettantistico di Is Arenas in uno stadio della massima serie. Ci sono volute ore per recepire ogni tipo di documento, e al termine della ricerca, il fascicolo è finito sui tavoli di Mauro Mura ed Enrico Lussu, che dovranno ora svolgere l'istruttoria per verificare quanto contenuto nelle carte.
L'inchiesta aperta dalla Procura si espande in più direzioni: anzitutto intende verificare se le opere di costruzione rispettino le norme urbanistiche ed i vincoli paesaggistici. Allo stesso tempo vuole constatare se siano state chieste effettivamente tutte le autorizzazioni necessarie. Ma sopratutto gli inquirenti vogliono verificare quanti soldi siano stati spesi per gli interventi e, cosa più rilevante, quale sia la provenienza di quei soldi. Ed è questo il capitolo più spinoso dell'inchiesta: pare infatti che gli investigatori, tra gli altri documenti acquisiti, abbiano sequestrato le carte relative al Progetto integrato d'area, attraverso il quale sono stati stanziati finanziamenti per la valorizzazione dell'area dello stagno di Molentargius. Se infatti una parte dei soldi sono stati stanziati direttamente dal Cagliari Calcio, c'è incertezza sulla provenienza di altri fondi utilizzati per le spese di costruzione dello stadio.
Sull'inchiesta vige tuttavia il più stretto riserbo. Non è dato sapere se vi siano già delle persone iscritte al registro degli indagati, ne quali siano gli eventuali capi d'accusa. La certezza è che a rischiare siano gli amministratori di Quartu che hanno rilasciato in tempi rapidissimi le autorizzazioni necessarie. I reati sui quali dovrebbe vertere l'inchiesta sarebbero non solo la violazione di norme urbanistiche e paesaggistiche, ma anche l'abuso d'ufficio e il falso ideologico.